close
italia 13 Lug 2022

Parlamento italiano: dal 2023 si riducono onorevoli e senatori

I costi della politica sono un tema presente nel dibattito sociale da almeno quattro lustri, considerati gli stipendi percepiti da onorevoli e senatori nel nostro parlamento. Nel corso dell’ultimo decennio qualche piccolo passo avanti è stato compiuto, ma nulla in confronto di quanto accadrà all’indomani delle elezioni 2023, che rappresenteranno un autentico punto di svolta nella vita politica del nostro paese, come lo è stata l’istituzione di portali come casinoonlineaams.it per la sicurezza online degli utenti nei loro momenti di svago e relax.

 

Al termine della kermesse elettorale, infatti, il parlamento vedrà una drastica riduzione del numero di onorevoli e senatori, come mai avvenuto nella storia politica italiana. Dagli attuali 630 onorevoli, infatti, si passerà a 400, una riduzione del 30% che consentirà allo stato di poter risparmiare, nel corso di un decennio, quasi 500 milioni di €uro (50 annui), mentre al senato si scenderà dagli attuali 315 alle 200 unità.

 

Riduzione parlamentari: i vantaggi e i potenziali difetti di questa decisione

Una drastica cura che, pur rappresentando una goccia nel mare infinito dei costi che alimentano il nostro elevatissimo debito pubblico, ha una valenza simbolica particolarmente importante. È la prima volta, infatti, che la politica decide di tagliare in modo significativo i propri costi, riducendo il numero degli eletti e dando un aiuto, seppur piccolo, alla riduzione dei costi della “macchina pubblica”.

 

Una soluzione che potrebbe rendere più efficiente il nostro parlamento, anche se la creazione di nuovi gruppi parlamentari o i cambi di casacca, come la storia del nostro paese insegna, non saranno con ogni probabilità scongiurati da questo taglio, che da alcuni, oltretutto, viene visto come un’ulteriore potenziale concentrazione di potere delle segreterie di partito.

 

Le liste bloccate, che non consentono al cittadino di poter esprimere la preferenza al singolo candidato, renderanno ancor più centrale la scelta dei rappresentanti da parte dei partiti, col rischio, secondo alcuni analisti, di trovarsi dinnanzi a parlamentari con poca “libertà di coscienza”, in altre parole al servizio della segretaria di partito. Situazioni, però, che si sono già viste nella nostra storia parlamentare.

 

E che un’eventuale riduzione del numero dei parlamentari, non dovrebbe ampliare in modo significativo. Un’operazione, d’altro canto, che non era più ulteriormente differibile temporalmente, che secondo alcuni necessiterebbe di un ulteriore taglio nel corso della prossima legislatura.

 

Numero dei parlamentari: la situazione in USA, Germania e Francia

Basta guardare alla situazione negli altri grandi paesi per comprendere, appieno, come il taglio dei parlamentari nel nostro paese fosse oltremodo necessario. Prendiamo spunto, ad esempio, da quanto accade negli States, ovvero la nazione più potente ed influente a livello mondiale, che conta quasi 330 milioni di abitanti contro i 60 del nostro paese.

 

Il congresso degli USA conta su 435 membri della camera bassa e 100 di quella alta: nonostante la popolazione sia pari a quasi 6 volte quella presente in Italia, la somma dei rappresentanti è minore di quella che ci rappresenterà a partire dal 2023 (600 a Roma, 535 a Washington). Una differenza che diventerà non elevata solo a partire dalla prossima legislatura, perché attualmente i parlamentari italiani superano quelli statunitensi di ben 410 unità.

 

In Germania, dove gli abitanti sono quasi 84 milioni (24 in più del nostro paese), il numero dei parlamentari è pari a 709 unità: attualmente, quindi, in Italia erano presenti ben 236 onorevoli e senatori in più rispetto alla “locomotiva europea”, nonostante la popolazione tedesca sia superiore di quasi il 30% rispetto a quella italiana.

 

I parlamentari in terra transalpina, invece, ammontano a 577 unità, meno di quelli che saranno presenti a Roma dopo il 2023. La popolazione francese ammonta a 68 milioni di unità circa. Ed anche Oltralpe, ormai da svariati anni, si discute sulla necessità di ridurre il numero dei parlamentari, per dare anche un segnale ad un malcontento che attanaglia una fetta del popolo francese da almeno un decennio a questa parte.

 

Leggi Anche

chevron_left
chevron_right